Un articolo entusiasta della ciritica musicale francese sull'esibizione della Banda di Ruvo sul concerto tenuto a Tolosa. Lo ha tradotto Salvatore Barile e lo ha inviato alla redazione Livio Minafra, con questo messaggio introduttivo: «Mi piacerebbe pubblicaste questo articolo non per dire (ancora una volta) che la Banda di Minafra suona bene ma per sottolineare quanto il pubblico d'oltralpe ami la nostra tradizione lirica e melodrammatica e quanto, al contrario, a noi abbia stufato e non ci meravigli più quando nelle casse armoniche suonano questi repertori e ci sono 4 vecchietti. Repertorio invece che ci rende unici ed inimitabili: sostituire alle voci delle Opere liriche dei Flicorni e suonare ugualmente un'Aida, Traviata, Norma... Grazie, Livio Minafra».
Ultimo tributo a Giuseppe Verdi
Dopo averci proposto il soprano Annick Massis in un superbo recital dedicato in parte alle opere giovanili del grande compositore italiano del quale quest'annosi festeggia il bicentenario della nascita, Alain Lacroix conclude la parte classica della programmazione del suo festival 2013, con una serata che rimarrà senza nessun dubbio nella indimenticabile per tutti. Questo instancabile talent scout ricercatore di novità, è riuscito a convincere la famosa Banda di Ruvo di Puglia, diretta da Michele di Puppo, ad effettuare un viaggio di 22 ore di autobus per tenere un unico concerto a Tolosa!
E 'in un auditorium strapieno che i 45 musicisti dell'orchestra, fiati e percussioni, si sono esibiti in un repertorio... lirico. Sì, lo scopo di queste bande, divenuta tradizione, quasi due secoli, è quello di far conoscere la cosiddetta musica classica a coloro che non (potevano e) non possono permettersi di frequentare i teatri della penisola. Lo stesso Riccardo Muti si è formato in questo ambiente. I più famosi brani sinfonici ed arie d’opera di Verdi, come anche di molti altri compositori sono stati trascritti per questa formazione musicale.
Questa serata è stata dedicata principalmente al Maestro di Busseto, con estratti dai Vespri Siciliani, La Traviata, Il Trovatore, Rigoletto e naturalmente Aida. A seguire due brani (estratti) dalla Norma di Vincenzo Bellini: il coro e aria “Deh non volerli vittime” e finale dell’opera. La tradizione è quella di affidare la "voce" di un soprano al flicorno sopranino, quella di un mezzosoprano al flicorno soprano, del tenore al flicorno tenore e del baritono flicorno baritono. Immaginate l’Aria ed il Quartetto del Rigoletto eseguita dai virtuosi dei suddetti strumenti di questa formazione! Da morire! (Da lasciare a bocca aperta, stupefatti!), o alla supplica di Norma che rivendica la vita per i suoi figli mentre sale sulla redentrice pira sacrificale con il suo amante. Che intensità! Che emozione! E non sbaglia il solista che interpreta Norma, che ripete l’aria “da capo”, nella più pura tradizione belcantistica. Mi viene da sorridere pensando alle affermazioni di alcuni celebri studiosi e stelle di oggi, che affermano di aver creato “l'ornamentazione” in Norma... Ancor più sorprendente, è ascoltare dopo un po ', “finalmente”, il suono di questa formazione, come se includesse archi, come un’orchestra sinfonica. Magia dell’orchestrazione, conoscenza nell’uso dei timbri e della dinamica. L'accoglienza che è stata riservata ai musicisti è più di una frenesia, è ovazione. Devo dire che Pino Minafra, direttore artistico di questo progetto, non ha eguali nel riscaldare una sala da concerto.
Buon sangue non mente, perchè il figlio Livio, 31 anni oggi, autore e fisarmonicista, ha contribuito ad alzare la temperatura della sala con una delle sue composizioni intitolata Aurel, una sorta di omaggio alle diverse culture del Mediterraneo Orientale. Dopo aver iniziato il concerto con la Grande Marcia Sinfonica “Sivigliana” composta da Adolfo Di Zenzo, un occhiolino alla Spagna così vicina a Tolosa e alle nostre radici, il programma termina con un altro riferimento alla Spagna con estratti da Carmen di Bizet. Dato l'entusiasmo del pubblico, parola che non descrive pienamente il clima creatosi, la banda offre un potpourri dalla colonna sonora del film 8 ½ di Fellini. Il pubblico è in piedi in delirio! Se non sbaglio, la parola festival deriva dal francese antico “festif”, a sua volta legata al significato di clima di festa. Missione compiuta per Alain Lacroix.
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